Sabino Pignataro

domenica 12 ottobre 2008

Riformare non solo la giustizia ma anche i servizi sociali



Un padre di Sesto S.G. non riesce a vedere la figlia di sei anni da due anni. Lui è diventato ormai un estraneo. Da due anni i servizi sociali evitano di fare la necessaria mediazione . Il tribunale minorile di Milano ha concesso l'affido esclusivo alla madre per il solo motivo della conflittualità tra i genitori, che avrebbe potuto ridursi se avessero loro imposto una mediazione per il bene della bambina. Invece ha prodotto l'inevitabile reazione di rifiuto del padre da parte della bambina stessa. A ciò si aggiunga l'imposizione di un assegno di mantenimento di 300 euro a fronte di uno stipendio di circa 1100 euro; nonostante una memoria dell'avvocato del padre avesse cercato di dimostrare che le condizioni economiche gli permettevano un assegno al massimo di 200 euro mensili. Per i giudici del tribunale minorile di Milano una bimba di 6 anni ha bisogno per vivere di 600 euro al mese (300+300) mentre al padre possono bastare 700-800 euro. Ne è seguito il pignoramento dello stipendio del padre. Tutto ciò ha portato alla drastica decisione di licenziarsi dal lavoro per la sopravvenuta impossibilità a sostenere le spese di alloggio e quindi di fare ritorno presso la famiglia di origine. Non si deve permettere che queste cose accadano in futuro per altri padri separati. Insieme alla riforma della Giustizia è necessaria anche una profonda riforma dei servizi sociali per ottenere la conquista reale di una vera tutela dei diritti del minore.