Sabino Pignataro

domenica 22 febbraio 2009

La gestione dell’affaire eolico assume dimensioni sempre più preoccupanti.

Siamo di fronte ad una vera e propria svendita del territorio al miglior offerente. Le royalties sono diventate le merci di scambio con cui barattare l’integrità del territorio, in un computo ragioneristico che assegna un valore davvero troppo basso al paesaggio ed all’ambiente.
Non bisogna assumere una posizione pregiudizialmente contraria all’installazione di pale eoliche ed impianti per lo sfruttamento delle energie rinnovabili, tuttavia, a monte di qualunque scelta seria e ragionata in questo campo, non vi può essere un puro calcolo economico. La situazione appare ancor più complessa anche alla luce dei differenti progetti. Un approccio per singolo progetto risulterrebbe assolutamente inadeguato a valutare gli impatti cumulativi che la realizzazione dei differenti parchi eolici potrebbe produrre sul territorio.
Il metodo da seguire non può più essere quello di tipo V.I.A. (Valutazione d’impatto ambientale del singolo progetto), ma piuttosto di tipo V.A.S. (Valutazione ambientale Strategica); per queste motivazioni bisogna sostenere con forza la necessità di redazione di un P.R.I.E. intercomunale (Piano Regolatore per l’installazione di Impianti Eolici) da stilare in collaborazione con tutti i comuni interessati, che permetta di definire a priori le aree in cui eventualmente installare gli aerogeneratori e demandi questa scelta alla cittadinanza attraverso una fase di ascolto e coinvolgimento; il territorio ha bisogno di una pianificazione e di una governance forte che tenga conto innanzitutto degli interessi collettivi.