Sabino Pignataro

sabato 1 agosto 2009

Vantaggi e rischi della patnership italo-libica.

Al di la’ di facili entusiasmi o paure irrefrenabili, e’ bene tirare un primo bilancio della nascente alleanza economica fra Italia e Libia. Per noi, c’e’ tanto di guadagnato: innanzitutto, la chiusura di un contenzioso pluridecennale che limitava i nostri investimenti in quello che si e’ trasformato negli ultimi anni da “rogue state” a terra di opportunita’. Il trattato e’ un ulteriore mattoncino nella costruzione di una delle piu’ grandi scommesse nella politica estera italiana degli ultimi anni: la normalizzazione della Libia. Soprattutto ora, con il Nord Africa che sta diventando sempre piu’ terra di delocalizzazione, manodopera a costi contenuti e mercato di esportazione per le nostre imprese (si pensi a Tunisia, Egitto e Marocco), la Libia e’ un tassello che si aggiunge al nostro mosaico geoeconomico. Per di piu’, in questa partnership ci guadagniamo noi e ci guadagnano i libici: il gioco e’ a somma positiva, almeno per il momento.
Cio’ detto, e’ importante pero’ sottolineare i rischi che questa intesa porta con se’. La Libia non e’ diventata dall’oggi al domani un interlocutore pienamente responsabile e affidabile; il sistema politico ruota attorno alla figura di Gheddafi e ai conflitti interni al regime fra fazioni e personalita’ di primo e secondo piano. L’esempio dell’ALI sta qui a ricordarcelo: gli accordi con i libici possono diventare delle inutili perdite di denaro. Nei mesi scorsi la Libia ha minacciato di rinazionalizzare il settore petrolifero: poco piu’ di una manovra per imporre la rinegoziazione dei contratti delle imprese straniere in un contesto caratterizzato dal crollo del prezzo del petrolio. L’ENI e’ gia’ al sicuro, essendo passata da tempo al modello EPSA IV; ma quel che emerge da questa storia e’ che il rischio politico per le imprese straniere e’ ancora molto alto in Libia. Cosa succedera’ ai nostri interessi in Libia? Cosa ne sara’ dei crediti in sospeso? Tutto resta appeso alle manovre politiche di Gheddafi e agli equilibri interni al regime; e a quest’idea dovremo rassegnarci per i prossimi anni.