Sabino Pignataro

domenica 20 giugno 2010

L'Italia al centro delle politiche energetiche.


foto di lorenzodom
Il rapporto Nomisma Energia ha rivelato che l'Italia è al centro di una delicata partita geopolitica giocata sul terreno dell’energia. Ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni di energia è possibile, a patto di cercare alleati in nuovi mercati e diversificare le fonti. Il nostro Paese è infatti uno dei possibili snodi strategici per lo smistamento di gas nel resto d’Europa: progetti di portata strategica come l’Itgi, che collega l’Italia alla Turchia e alla Grecia, e il Galsi, che porta gas dall’Algeria alla Sardegna, hanno uno sbocco diretto sulla nostra penisola, altri come il Nabucco e il South Stream potrebbero averlo grazie alle interconnessioni con i Paesi confinanti.
Non c’è solo l’Italia, sostenuta da Stati Uniti e Ue, tra i candidati a diventare l’hub delle grandi rotte dell’energia. Ci sono anche i Balcani, che hanno nella Russia di Putin il loro principale e potente sponsor, e più distanti i Paesi della penisola iberica. L'Italia è una delle aree maggiormente interessate da nuovi progetti sia di terminali a gas naturale liquefatto sia di gasdotti: il 18% delle infrastrutture è in costruzione, mentre il 29% è in fase di progetto. Per di più siamo collegati alle regioni europee dai maggiori consumi tramite i corridoi Tag e Transitgas.
Chi vincerà? Il rapporto Nomisma suggerisce di guardare più a Sud per trovare la risposta. È il Mediterraneo, infatti, l’alternativa più concreta a quella che gli osservatori hanno ribattezzato come «l’Opec del gas», costituita da Russia e Algeria, che detiene il controllo dei rubinetti del metano della vecchia Europa.
«Attualmente – spiega il rapporto di Nomisma Energia – sono in costruzione circa 80 miliardi di metri cubi di capacità di importazione con destinazione finale il mercato europeo allargato, di cui il 40% relativo ad infrastrutture che insistono sull’area del Mediterraneo». Non solo: ulteriori 385 miliardi sono in progetto «con diverso grado di probabilità».
I Paesi-chiave sono la Turchia, l’Azerbaigian e le repubbliche ex sovietiche che gravitano intorno al Caspio. La realizzazione anche parziale di progetti alternativi, secondo Nomisma Energia, «potrebbe contribuire sensibilmente a modificare sia la struttura del sistema gas europeo che, conseguentemente, il portafoglio fornitori». Il costo delle nuove forniture via gasdotto dal Medioriente risulterebbe peraltro in diversi casi sostanzialmente competitivo. Ma se il metano resterà una fonte-chiave nel nostro approvvigionamento, con una domanda nuovamente in crescita nei prossimi anni, la diversificazione potrebbe riguardare, sempre nel Mediterraneo, anche le stesse fonti energetiche. Tre progetti (denominati Desertec, Supergrid e Msp) prevedono un grande sviluppo di generazione da fonti rinnovabili, a partire dal solare. «L’introduzione sul mercato europeo delle energie rinnovabili provenienti dalle aree a Sud e a Est del Mediterraneo sarebbe in grado di attenuare la crescente pressione sulle risorse da combustibili fossili (gas naturale in primis) che altrimenti deriverà dalla crescita economica di questa regione, contribuendo così a una maggior disponibilità di idrocarburi in Europa» sostiene Nomisma Energia.
Se l’Italia vorrà ricoprire un ruolo di leadership (sia pure in termini non di produzione, ma di distribuzione del gas) dovrà comunque fare i conti con i tanti cantieri aperti nel resto d’Europa: l’area balcanica, ad esempio, prevede una nuova interconnessione tra Montenegro ed Italia da 2mila megawatt, con un cavo sottomarino da 375 chilometri, oltre ad una nuova interconnessione tra Croazia ed Italia. Nella penisola iberica invece è previsto un potenziamento dei collegamenti con il Marocco e una nuova interconnessione con l’Algeria.
«A tale scenario di interconnessioni tra macrozone affacciate al Mediterraneo – spiega il rapporto – dovranno corrispondere nuove infrastrutture di collegamento tra macroaree europee e all’interno delle stesse, oltre che tra sud ed est del Mediterraneo già in progetto». Insomma: la sfida è stata lanciata e la torta delle risorse fa gola a molti. Se tutti i terminali, in cantiere e su carta, sin qui aperti fossero completati da qui al 2020, gli investimenti complessivi ammonterebbero a 6,5 miliardi di euro.

domenica 13 giugno 2010

Puglia Med presenta un nuovo progetto di cooperazione.


Di progetti strategici e degli orientamenti della nuova programmazione nel Mediterraneo si parlera' a Bari, giovedi' 17 giugno (ore 9.00/13.30), in occasione della conferenza organizzata presso l'Hotel Villa Romanazzi Carducci, dal Servizio Mediterraneo della Regione Puglia in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico (DPS) e le Regioni Toscana e Campania.
"La Cooperazione Territoriale nel bacino del Mediterraneo: progetti strategici ed orientamenti per la nuova programmazione post 2013", questo il titolo dell'evento, finanziato nell'ambito del Programma Transnazionale Med 2007-2013. Apriranno i lavori Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia e Silvia Godelli, Assessore al Mediterraneo, Turismo e Cultura.
Due le sessioni previste, la prima focalizzata sul tema 'Progetti strategici in area mediterranea - confronto sulle esperienze in corso', coordinata da Bernardo Notarangelo, dirigente del Servizio Mediterraneo; la seconda incentrata su 'Le strategie macroregionali', coordinata da Rossella Rusca, dirigente presso il Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento Politiche di Sviluppo.
L'obiettivo e' quello di stimolare fra gli attori che operano nelle regioni mediterranee una riflessione consapevole sul nuovo approccio 'macroregionale' promosso dall'Unione Europea. (ASCA)

domenica 6 giugno 2010

Mediterranean Economic Leaders Summit.


Far conoscere alla comunita' imprenditoriale le opportunita' di business che generera' l'avvio della Segreteria dell'Unione per il Mediterraneo a Barcellona. E' l'obiettivo del Mediterranean Economic Leaders Summit, in programma oggi e domani alla Casa Llotja di Barcellona, indetto dalle principali organizzazioni di supporto imprenditoriale della regione euromediterranea, Anima, Ascame, BusinessEurope, BusinessMed, Eurochambres e Ueapme, in collaborazione con Accio', il Comune e la Camera di Commercio di Barcellona, la Confederazione degli industriali (Ceoe), Foment del Traball Nacional e IEmed. Il rinvio del vertice dei capi di Stato e di governo dell'Unione per il Mediterraneo, inizialmente previsto dalla presidenza spagnola della Ue per il 7 giugno nel capoluogo catalano, non alterera' lo svolgimento del summit imprenditoriale. Oggi, informano fonti dell'organizzazione, le imprese avranno l'opportunita' di conoscere di prima mano le iniziative di carattere economico della UpM. In particolare, i programmi di disinquinamento del Mediterraneo; il piano solare mediterraneo; le autostrade del mare e terrestri; l'iniziativa per lo sviluppo delle piccole e medie imprese mediterranee. La due giorni di lavori si articola in quattro seminari, ai quali parteciperanno esperti e finanziatori in ognuno degli ambiti trattati. L'evoluzione dei rapporti economici e imprenditoriali euromediterranei sara' al centro della seconda giornata del summit, che si concludera' con la firma della dichiarazione imprenditoriale congiunta, the Barcelona Mediterranean private sector Declaration. Nell'ambito dell'incontro si svolgera' anche la terza Conferenza annuale del programma Invest in Med, di cooperazione imprenditoriale euromediterranea, coofinanziato dalla Commissione Europea. (ANSAmed).