Sabino Pignataro

sabato 30 maggio 2009

Lo sviluppo dei sistemi mediatici nel Mediterraneo

E’ con pesante ritardo che i Paesi dell’Europa mediterranea e l’Unione Europea hanno compreso
l’importanza delle politiche per lo sviluppo dei sistemi mediatici nel Mediterraneo. La necessità di tali politiche di sviluppo cooperativo sembra manifestarsi sotto due forme principali:
la prima legata alla costruzione ed alla diffusione di un’idea condivisa di mediterraneità. Come annota Michele Capasso, se è vero che nel Mediterraneo non esiste una «unità delle coscienze (…) esiste però la consapevolezza d’una appartenenza comune. In più di un’occasione Predrag Matvejević si è domandato se il Mediterraneo esista al di là del nostro immaginario;
la seconda forma concerne invece tutto quanto è connesso alla formazione di una opinione
pubblica mediterranea.
Alla luce di questa duplice declinazione i media, in particolare la televisione ma per altri versi
anche la rete Internet, vanno considerati come una variabile fondamentale. Come osserva, tra
i tanti, Ulf Hannerz oggi una parte consistente dei flussi di significato presenti nella nostra
società passa attraverso i media, i quali come macchine produttrici di senso (machinaries of
meaning) si impongono come strumenti chiave di diffusione e produzione culturale. Perché si possa innescare un processo reale di formazione di una opinione pubblica mediterranea diventa prioritario affrontare, con adeguate politiche di cooperazione, i problemi derivanti dai numerosi ritardi strutturali che affliggono le rive Est e Sud della regione. Possiamo schematizzare le questioni più urgenti:
1) il gap di sviluppo dei media esistente tra Paesi euromediterranei e Paesi Terzi;
2) Il basso livello di democratizzazione e pluralismo nei sistemi mediatici dei Paesi Terzi.
Oggi il flusso transnazionale di informazioni (che passa per i canali televisivi satellitari, Internet ecc.) sta trasformando radicalmente le società della sponda Est e della sponda Sud del Mediterraneo.

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