Sabino Pignataro

domenica 6 settembre 2009

Convincere un politico in 10 mosse.

Un vecchio (2004) post di Loïc Le Meur, in cui sintetizzava i dieci motivi per cui ogni politico dovrebbe avere un blog:
per avvicinarsi ai propri sostenitori;
discutere apertamente con loro, creare un’area permanente di dibattito;
mettere alla prova le proprie idee e programmi in modo rapido e veloce, avendo l’opportunità di migliorarle grazie al confronto;
cambiare il registro di comunicazione con gli elettori, da freddamente istituzionale a più informale. La gente vuole sentir parlare il politico in prima persona attraverso il suo blog, da pari a pari;
capire ed affrontare meglio le critiche, senza lasciarle alla deriva;
divulgare meglio le proprie idee, svincolandosi da un contesto locale;
raccogliere fondi;
raggiungere un elettorato più giovane e non interessato alla politica;
creare effetti di network: in rete le notizie corrono veloci grazie ai link;
aumentare la propria popolarità facendosi conoscere meglio.
Per chi, come e meglio di me, si interessa di comunicazione politica in rete i dieci punti sono famosi, un dato acquisito, un punto di partenza consolidato.
Ma, mi domando, lo stesso varrà anche per i politici?
Anche se molta acqua è passata ed esempi illustri di utilizzo maturo del web - Obama per tutti - hanno certo contribuito al superamento di certi pregiudizi, non credo.
Credo anzi che la strada da percorrere sia ancora lunga e che, per vincere la diffidenza verso il web dei politici nostrani, i sopra citati dieci punti siano argomenti ancora validi e non scontati.

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