Sabino Pignataro

domenica 20 marzo 2011

“Averroè Maghreb”.


Oltre un centinaio di giornalisti, esperti del mondo accademico e responsabili di organizzazioni non governative, si sono riuniti nella capitale tunisina per discutere sulla relazione della Fondazione Anna Lindh a seguito di uno studio sulle tendenze interculturali dei movimenti sociali per il cambiamento che si svolgono nella regione mediterranea, nonché sulle nuove prospettive per la cooperazione transnazionale.
Il convegno nazionale dal titolo “Averroè Maghreb” è stato organizzato in collaborazione con il Ministero tunisino della Cultura. Per l’occasione, è stato presentato anche un sondaggio sulle relazioni interculturali a cui hanno partecipato 13.000 cittadini europei e della regione meridionale del Mediterraneo. I risultati presentati hanno sottolineato la convergenza di tendenze sociali e le differenze culturali tra le società del Nord e del Sud del Mediterraneo e l’importanza del fattore religioso, al centro del dibattito sulle relazioni euromediterranee.
Mentre la trasmissione della fede religiosa è un valore prioritario per il 62% degli intervistati su entrambi i lati del Mediterraneo, solo il 27% associa la regione mediterranea e i movimenti di resistenza ai motivi di cambiamento. Visto da questa prospettiva, il futuro delle relazioni euromediterranee resta ancorato ad una solida base di valori comuni e interessi condivisi. A margine del convegno, Seifallah Tarchoun, responsabile delle organizzazioni internazionali presso il Ministero della Cultura tunisino, ha detto che la Tunisia sta entrando in una nuova era che si apre con un nuovo processo democratico, lanciato insieme a una pluralità di idee e prospettive per il futuro del paese maghrebino.
Nuove opportunità ma anche nuove sfide per il dialogo con la società civile delle due sponde del Mediterraneo e la relazione della Anna Lindh Foundation dà una tabella di marcia per dialogo.
La relazione presenta un’analisi di oltre 30 esperti su questioni euromediterranee nel pieno delle trasformazioni sociali che si svolgono nei Paesi arabi, comprese le tendenze demografiche, la partecipazione dei giovani, i nuovi media e il cambiamento dei valori sociali e le questioni culturali.
In conclusione, la relazione della Fondazione ha presentato un’area mediterranea in continua evoluzione, non solo nella parte sud, ma anche in quella nord, chiamata ad adeguare il suo atteggiamento politico, sociale e culturale in rapporto a questi veloci cambiamenti.
di Giuseppe Favilla

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