Sabino Pignataro

venerdì 30 aprile 2010

Sosteniamo la causa di Avni Er.


Avni è un oppositore politico, accusato di appartenere al partito comunista DHKP-C . Avni è colpevole solo di aver svolto nel corso degli anni una puntuale denuncia delle violazioni dei diritti umani e della libertà d'informazione in Turchia.
Il 1° aprile 2004 un'operazione repressiva ha provocato l'arresto di 82 persone in Turchia ed altre 59 persone tra Germania, Olanda, Belgio, Grecia ed Italia. Tra loro giornalisti dell'opposizione, membri di organizzazioni democratiche e per la difesa dei diritti umani, avvocati ed artisti.
Avni, a seguito di un processo scandaloso durante il quale testimoniarono contro di lui, a volto coperto, i torturatori turchi, fu condannato dalla Corte di Assise di Perugia nel 2006 con successiva conferma della Corte d'Appello di Perugia.
Seguì una vasta campagna di mobilitazione e sensibilizzazione cui aderirono diverse associazioni nazionali (Arci, CRVG- Conferenza nazionale del volontariato della giustizia, Antigone) e vari esponenti politici; ci fu una dichiarazione a tutela dell'incolumità di Avni e per il rispetto delle norme internazionali a difesa dei diritti dell'individuo da parte dell'europarlamentare Giulietto Chiesa; ci furono molti ordini del giorno da parte del Consiglio provinciale di Lecce (marzo 2008), del Consiglio Regionale della Toscana, della Sardegna e della Campania.
Anche il Consiglio Regionale della Puglia, nel giugno 2008, ha sottoscritto una mozione contro l'estradizione di Avni in Turchia, con esplicito riferimento all'art.10 della Costituzione italiana: "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge".
Secondo associazioni internazionali ed autorevoli come Human Rights Watch, Amnesty International, nonché la Commissione ONU per i diritti umani ed il comitato Europeo per la prevenzione della tortura, in Turchia vi è il fondato timore di violazioni dei diritti, di trattamenti inumani e degradanti, di tortura.
Avni si è visto rigettare la richiesta d'asilo nel nostro paese e ha presentato ricorso al Tribunale di Bari che si pronucerà il prossimo 6 maggio 2010. Avni rischia l'espulsione in Turchia, dove sempre secondo il parere della Commissione egli non corre rischio alcuno di tortura.

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