Sabino Pignataro

sabato 29 maggio 2010

Lettera aperta a Guglielmo Epifani.


foto di marco prete da flickr
tratto da Liberazione del 28/05/10
Salve Signor Epifani, io vivo nel paese dove lei spesso viene perché vi risiede la sua famiglia. Le scrivo non certo per dettarle strategie sindacali o per contestarle quelle che lei applica, solo per dirle cosa vedo. Non ho neanche il diritto di contestare la linea sindacale della sua organizzazione, visto che non sono mai stato iscritto, anzi nel 1996 ho fondato insieme a Gigi Malabarba, Luigia Pasi e altri compagni il Sin.Cobas, perché la classe operaia era già in perdita di diritti. Nella azienda dove lavoravo, io come delegato Sin Cobas avevo il 54% dei voti, abbiamo fatto una politica di classe, con pochi punti fermi, la non tollerabilità dei contratti a tempo determinato, la distribuzione di una minima parte del ricavato aziendale (premio di produzione), la difesa dei diritti inalienabili e una piattaforma di sanatoria ambientale. La mia azienda era una Multinazionale Chimica, che trattava prodotti tossico-nocivi, una azienda costruita con un mutuo finanziato dal comune di Cannara, che al momento della chiusura (grottesco) è stata rivenduta dalla Multinazionale Ferro ad un ente chiamato Sviluppumbria ora privatizzato. Nell’aprile 2003, aprendo il mio terminale collegato con gli stabilimenti di 22 nazioni, mi sono accorto che le ricette per i coloranti che inventavamo e producevamo nel mio stabilimento venivamo copiate e trasferite altrove. Da lì è iniziata una lotta durata 6 mesi, autogestita dai lavoratori. Il sindacato ci ha accompagnato alla chiusura, nonostante 10 miliardi di utile e in presenza di acquirenti. Ora abbiamo, a 7 anni di distanza, uno stabilimento non bonificato, lasciato all’abbandono. Con la mia liquidazione, dopo 17 anni di lavoro, ho messo su un negozio, io lo chiamo laboratorio, che riesce a sopravvivere perché si rivolge ad un mercato di “nicchia” e basato su stampa di piccola tiratura ma di alta qualità. Intorno alla mia attività, a conduzione famigliare e che insiste in un area industriale molto grande (Bastia Umbra), ci sono molte attività che stanno chiudendo, altre che si riducono e un industria che va avanti da 10 anni con contratti interinali di 3 mesi. Dovrebbe vedere le facce degli operai quando escono. L’unica cosa che si vede sorgere sono i centri commerciali e i negozi in franchising, che costringono alla chiusura i piccoli commercianti, per poi sparire dopo due o tre anni. Ieri sera ho seguito la trasmissione Ballarò, nonostante trovi molta difficoltà a tollerare le idiozie di esponenti del governo che salveranno la crisi trovando i falsi invalidi e i fannulloni nella pubblica amministrazione, così dicono, mentre nella realtà faranno pagare il costo della manovra ai soliti noti, difendendo i privilegi di altrettanti soliti noti (ignoti per il fisco). Ho sentito una sua frase che sicuramente chiunque condivide, perfino le mie figlie capiscono che i loro genitori lavorano 10 ore e vivono in un garage mentre c’è chi gode di ricchezze a volte neanche calcolabili e questa è una iniquità. La frase è “non si può far pagare chi già vive sotto una certa soglia”. E’ uno slogan bellissimo ma non crede che ci sia bisogno di altro, di ripensare ad una società diversa, di chiedere il sostegno dei lavoratori e dei cittadini per proporre leggi che vietino alle multinazionali di rubare conoscenze per poi trasferirle dove il costo di lavoro è minore, non pensa che bisognerebbe fare delle politiche volte al mantenimento del tessuto sociale. Nel Paese dove abito io e la sua famiglia, vi erano 50 negozi ora abbiamo un centro storico morto.
In un'altra area (Ospedalicchio) i terreni della Regione invece di essere venduti agli artigiani sono stati venduti all’Unipol, così gli acquirenti hanno visto lievitare il costo.
Non crede che la strategia di ridurre il danno sia ormai superata e che invece occorra una nuova stagione di lotte, per rivendicare la redistribuzione equa della ricchezza, contestare la globalizzazione in quanto libero mercato a danno della dignità umana. Non entro in temi prettamente sindacali, che a lei sicuramente vengono alla mente meglio che a me, quelli del tipo: riduzione di orario a parità di salario, la scala mobile, la non ripetibilità di contratti a tempo determinato, etc etc.
Un ultima cosa, è chiaro che per mettere in campo una nuova stagione di lotte contro il palazzo, i palazzi e la casta, bisogna esserne fuori. E’ difficile combattere contro se stessi.
Un Cordiale Saluto.

“Giornalisti del Mediterraneo”: vince Biroslavo


Foto di fil di flickr
E’ Fausto Biloslavo, del settimanale Panorama, il primo classificato del 2° Concorso Internazionale “Giornalisti del Mediterraneo”. Il premio è stato organizzato dall’Associazione “Terra del Mediterraneo”, in partnership con Europuglia, portale di promozione delle attività e dei progetti del Servizio Mediterraneo della Regione Puglia, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Presidenza del Parlamento Europeo, dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo, del Ministero delle Politiche Europee, delle Ambasciate di Svezia, Turchia, Polonia, Spagna, Portogallo, Ungheria, Romania e Cipro, dell’Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione Puglia e della Rai-Segretariato.
Nel suo reportage dall’Afghanistan “Noi sotto il fuoco dei talebani”, Fausto Biloslavo ha saputo coniugare con encomiabile professionalità il tono del realismo crudo della descrizione col pathos di giorni passati dalle truppe italiane tra i pericoli continui e spesso misconosciuti di una guerra sempre più aspra.
I vincitori invece, per le quattro sezioni sono: Elisa Di Benedetto del Messaggero Veneto, sezione “Missioni di Pace dell’Italia all’estero”; Antonella Galli di LA7, sezione “Solidarietà, Soccorso e Impegno Civile; Francesca Ambrosini di Rete4, sezione “Immigrazione, Integrazione, Accoglienza”; Antonio Di Bartolomeo del Master di Giornalismo della Scuola di Perugia, sezione “Giovani Talenti e Web”.
La Medaglia di Bronzo del Presidente della Repubblica per il Premio Giuria è andata invece a Beppe Stallone di Antenna Sud. Le Medaglie di Bronzo del Presidente del Senato e del Presidente della Camera, sono state attribuite a Gilda Sciortino (A Sud d’Europa) e Raffaella Angelino (La Rinascita della Sinistra). Menzioni speciali invece per Vincenzo Sinapi (ANSA); Flaviano Masella (RaiNews24) e David Murgia (Sat 2000). Il Premio Scuola di Giornalismo è stato vinto da Matteo Acmè e Antonio Melluso della Scuola di Giornalismo di Torino.

domenica 23 maggio 2010

Il Mediterraneo è la nostra Cina.


Tratto da Limes
Un terzo del commercio mondiale transita nel Mediterraneo. Le esportazioni asiatiche, soprattutto cinesi, raggiungono i mercati europei e americani in prevalenza attraverso le rotte che passano da Suez e poi da Gibilterra.
Lungo la rotta che passa a sud dell'Africa, doppiando il Capo di Buona Speranza, vengono trasportati 12,2 milioni di teu, l'unità di misura usata per calcolare la capienza dei container, contro i 15,3 che attraversano il Mediterraneo, nonostante la crescente minaccia dei pirati lungo il corno d'Africa, all'imboccatura del Mar Rosso.
L’Italia stenta a intercettare questo enorme flusso nonostante la sua posizione geografica favorevole perché non dispone delle infrastrutture portuali e di trasporto terrestre su cui invece poggiano non solo i grandi hub del Nord Europa, a cominciare da Rotterdam, ma ormai anche i nuovi grandi porti della costa Sud, come il gigantesco scalo di Tangeri.
E' in corso una dura competizione tra i porti del Mediterraneo per diventare uno dei grandi hub utilizzati dalle compagnie di trasporto per movimentare i container da navi più grandi a navi più piccole o inviarli direttamente via terra verso i mercati di riferimento dei singoli porti.
In molti stanno investendo sulla sponda Sud del Mediterraneo, che rappresenta un mercato da 280 milioni di abitanti in forte crescita demografica ed economica. Ormai in queste regioni gli investimenti europei sono solo il 40% del totale e quelli americani il 10%, contro il 30% proveniente dai paesi del Golfo Persico e il 20% da paesi emergenti come Brasile, India, Cina, che scommettono sul Mediterraneo meridionale anche per salvaguardare le rotte marittime per loro così importanti.
In questa fase di crisi è una grande opportunità di crescita per l'economia italiana. E' il Mediterraneo è la nostra Cina.

Albania-Puglia: due popoli, un’amicizia.


Presentato a Tirana, nel corso dell’iniziativa “Di là del mare. Albania-Puglia: due popoli, un’amicizia”, il Progetto Strategico ALTERENERGY, promosso dalla Regione Puglia - Servizio Mediterraneo nell’ambito del Programma CBC IPA Adriatico 2007-2013.
Un budget complessivo di 12,5 milioni di euro, 4 anni di attività previste, un partenariato che vede coinvolte 7 regioni italiane più Albania, Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia Erzegovina e Grecia: sono i numeri del Progetto Strategico ALTERENERGY, promosso dalla Regione Puglia - Servizio Mediterraneo nell’ambito del Programma di cooperazione transfrontaliera CBC IPA Adriatico 2007-2013.
“L’obiettivo è sviluppare modelli replicabili di gestione integrata e sostenibile delle risorse energetiche per le città dell’area adriatica – ha spiegato Bernardo Notarangelo, Dirigente del Servizio Mediterraneo della Regione Puglia, nel corso dell’iniziativa pugliese “Di là del mare” Albania-Puglia: due popoli, un’amicizia, ospitata nell’Accademia delle Arti di Tirana dal 18 al 22 maggio – La Regione Puglia, capofila del progetto, ritrova l’Albania partner prioritario in un’azione di supporto al business per le imprese che operano nel campo delle energie rinnovabili.
Oggi, nel festeggiare il ventennale dell’avvio della cooperazione Italia-Albania, celebriamo non solo le tante esperienze di buon vicinato prodotte grazie al Programma di Iniziativa Comunitaria Interreg/Cards IIIA, ma il consolidamento di un partenariato europeo che sta imparando a lavorare nell’interesse di uno sviluppo comune”.
“L’Italia sostiene da tempo il processo di integrazione dell’Albania in Unione europea – ha sottolineato S. E. Saba D’Elia, Ambasciatore d’Italia a Tirana – In questo sforzo di accompagnamento, la Regione Puglia ha un ruolo trainante, è attiva e attenta al consolidamento dei rapporti bilaterali con il paese delle Aquile”. “Un piccolo lembo di mare separa due popoli sulle rive dell’Adriatico ma questo non ha impedito l’incontro, il dialogo e la collaborazione – ha aggiunto Dritan Prifti, Ministro albanese dell’Economia, Commercio ed Energia - Con il progetto Alterenergy, lo scambio di best practices e know-how permetterà il miglioramento delle capacità delle comunità locali nel pianificare, implementare e gestire interventi di risparmio energetico”.
“Il percorso sperimentato dalla Regione Puglia nel Pic Interreg Italia-Albania ha anticipato l’approccio delle politiche di pre-adesione, prevedendo processi decisionali congiunti con le autorità pubbliche albanesi, in una logica di condivisione delle scelte e delle priorità – ha concluso Jorida Tabaku, Vice Ministro per l’Integrazione europea della Repubblica di Albania – Ora vogliamo consolidare l’amicizia con la Puglia ed avviare nuove partnership in tutti i settori, dalla cultura all’economia, in sinergia con l’intero sistema Italia”.
Nella grande stagione di eventi “Italia-Albania 2010: due popoli, un mare, un’amicizia”, promossa dall’Ambasciata d’Italia a Tirana e dal Ministero degli Affari Esteri, la Puglia ha raccontato con suoni, parole, immagini, emozioni vent’anni anni di cooperazione, di amicizia, di integrazione. Dall’arte al teatro, dalla musica alle tradizioni popolari, dal cinema all’enogastronomia, le eccellenze del territorio regionale sono state rappresentate grazie alla collaborazione dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, del Teatro Pubblico Pugliese, di Apulia Film Commission, dell’Associazione salentina Magna Grecia Mare, dell’Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce.
Di forte impatto scenografico, tra gli eventi, lo spettacolo di “Pizzica” del gruppo Arakne Mediterranea, applauditissimo dal pubblico albanese dell’Accademia delle Arti di Tirana.

venerdì 21 maggio 2010

Rivitalizzare l'Unione per il Mediterraneo.


Il secondo summit dell'Unione per il Mediterraneo (UPM) in programma il 7 giugno a Barcellona, avrà luogo in circostanze difficili, mentre i deputati chiedono che il processo riprenda con forza.
Secondo il progetto di risoluzione di Vincent Peillon (S&D, FR), per dare un nuovo impeto all'UPM è necessario un impegno forte da parte dei Capi di Stato e di governo nell'assicurare un finanziamento adeguato ai progetti più importanti fra quelli già previsti e consolidare le istituzioni sulle quali si basa il processo di cooperazione e avvicinamento fra i paesi del Mediterraneo. L'UPM ha visto i propri lavori bloccati nel dicembre 2008 a causa del conflitto di Gaza, anche se le riunioni a livello ministeriale e di alti funzionari sono riprese nel settembre 2009.
La maggior parte dei progetti dell'UPM è destinata allo scambio fra scuole, università e insegnanti.
In particolare, vi è il progetto di creare un programma Erasmus per il Mediterraneo per incoraggiare gli scambi fra gli Stati membri dell'Unione per il Mediterraneo, secondo quanto spiega la risoluzione approvata dalla commissione per gli affari esteri. I deputati hanno anche sottolineato che la struttura istituzionale dell'UPM non sarà completata fino a quando non ci sarà lo scrutinio parlamentare, che dovrebbe essere affidato all'Assemblea parlamentare Euro-mediterranea (APEM).
Il progetto di risoluzione pone anche l'accento sul fatto che l'UPM chiede di rivitalizzare il processo di Barcellona, lanciato nel luglio 2008 a Parigi, grazie ad una cooperazione coi paesi del Mediterraneo su sei grandi progetti: la protezione civile, le autostrade del mare e su terra, la bonifica del Mar Mediterraneo, un piano per lo sviluppo dell'energia solare, l'iniziativa di sviluppo degli affari nel Mediterraneo e l'università euro-mediterranea.

domenica 16 maggio 2010

Il Censis fotografa il Mediterraneo


Tratto da AGI
L'85,6% degli italiani e' convinto che esista una cultura mediterranea condivisa, sebbene non omogenea, a fronte del 14,4% che invece ritiene che i Paesi che si affacciano sul bacino siano segnati da differenze troppo profonde. La pluralita' di culture e civilta' presenti nell'area ha favorito nel tempo lo sviluppo di uno spirito di convivenza basato sulla tolleranza (secondo il 45,1% della popolazione), ha incoraggiato il confronto e il dialogo tra i popoli (27,7%), e solo il 27,2% degli italiani ritiene che nella regione prevalgono invece chiusura e conflittualita'.
Sono dati della ricerca del Censis "Il Mediterraneo visto dagli italiani", presentata oggi a Palermo da Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, e realizzata per conto della Fondazione Roma Mediterraneo in occasione della conferenza internazionale "Mediterraneo: Porta d'Oriente".
Secondo l'indagine, il 69% degli italiani considera positiva la prospettiva di una maggiore integrazione tra i Paesi della sponda Nord e quelli della sponda Sud, perche' puo' portare benefici commerciali anche all'Italia. Solo il 14,1% ritiene che una maggiore integrazione possa rappresentare un rischio per la nostra economia, data l'instabilita' dei Paesi nordafricani e mediorientali. Secondo il 16,9% dei rispondenti, invece, l'integrazione e' impossibile a causa di differenze culturali insuperabili tra il Nord europeo e la sponda sudorientale. Per intensificare i rapporti tra l'Italia e i Paesi del Mediterraneo, secondo il 41,1% degli intervistati occorre gestire in modo efficace i flussi migratori (il dato sale al 46,1% nel Nord-Est) con accordi istituzionali finalizzati a un maggiore controllo degli arrivi. Tra le altre iniziative, i rispondenti hanno indicato l'incremento dei traffici commerciali e l'export in questi Paesi (33,5%), e la riduzione dei divari socio-economici, anche fornendo aiuti diretti ai Paesi che presentano un maggiore ritardo sotto il profilo dello sviluppo sociale ed economico (29,7%). In Italia e' diffusa un'immagine positiva del Mediterraneo che rimanda principalmente alla bellezza dei suoi paesaggi e al clima piacevole (34,6%), o alla grande storia alle spalle, come culla di civilta' (31,3%). Per il 17,4% degli italiani e' la convivenza di diverse culture a connotarne da sempre la natura.
Per il 7,6% del campione si tratta invece di un'area caratterizzata da una profonda frattura fra la sponda Nord, avanzata economicamente, ma indebolita dall'invecchiamento demografico, e la sponda Sud, piu' arretrata economicamente, ma in forte crescita demografica. Infine, solo il 3,2% del campione percepisce il Mediterraneo come un'area tormentata da tensioni religiose, preda di conflitti e fondamentalismi.
Le citta' che meglio identificano l'idea di Mediterraneo sono Napoli (secondo il 37,3% delle opinioni raccolte) e Palermo (32,1%), seguite da Barcellona (21,8%) e Roma (18,2%), Venezia (12,8%) e Atene (10,2%). Poi Istanbul (9,6%), Genova (8,6%), Marsiglia (8,4%), Il Cairo (6,6%) e Gerusalemme (3,4%).
Il calore umano e lo spirito di accoglienza sono tratti caratteristici dei popoli del Mediterraneo per il 62,3% degli italiani (prevalentemente al Sud: 68,9%). Seguono alla pari la sensibilita' artistica e culturale (25,5%) e le qualita' personali di intraprendenza e tenacia (25,4%). Ma essere mediterranei, nell'opinione degli italiani, puo' voler dire anche una bassa propensione al rispetto delle leggi (22,6%, dato che sale al 26,2% nel Nord-Est). A seguire, viene indicata dal 18,2% del campione la furbizia, come attitudine un po' spregiudicata e truffaldina, poi la propensione a prendere la vita come viene (15,4%), lo scarso rispetto per l'ambiente (14,9%), un atteggiamento pigro e negligente (14,5%), la litigiosita' (7,2%).
L'indagine del Censis rivela anche una forte disposizione degli italiani ad avvicinarsi alle altre culture. Un italiano su tre (il 33,5%) dichiara di aver frequentato nell'ultimo anno persone provenienti dal Nord Africa o dal Medio Oriente, uno su quattro (26,5%) ha acquistato prodotti di artigianato fabbricati in quell'area, il 26,3% ha mangiato piatti tipici della cucina nordafricana e mediorientale, il 23,8% ha letto libri scritti da autori mediterranei .

sabato 15 maggio 2010

Erano schiavi.


Questo video è un brano tratto da un documentario che Maria Teresa de Vito, regista, sceneggiatrice, autrice, produttore, ha realizzato nel 2006 dedicato alla storia ed alle tradizioni della maggiore tra le isole Eolie, Lipari, la più popolata, la più fertile e la più affascinante: sono presenti nel museo archeologico ritrovamenti che vanno dal neolitico medio, 4000 a.C., al VI d.C. Ha voluto mostrare questa parte del documentario per la straordinaria fierezza con la quale la protagonista racconta la storia dell'affrancamento della sua famiglia dalla "schiavitù". Le musiche sono di Federico Laterza.

venerdì 14 maggio 2010

Al via oggi a Palermo convegno tra regioni delle due sponde.


Fonte: Aki
Si apre oggi a Palermo la due giorni del convegno internazionale 'Uniti dal Mediterraneo', organizzato dalla Regione Sicilia in occasione del 64esimo anniversario del suo statuto autonomistico. Nel capoluogo siciliano si danno appuntamento i presidenti di regioni e sindaci provenienti da gran parte dei paesi rivieraschi, con l'obiettivo di gettare le basi per una nuova macroregione mediterranea, secondo la linea di valorizzazione dei gandi bacini politico-economico-sociali in Europa. Agli appuntamenti presso il Palazzo d'Orleans e il Palazzo Abatellis saranno presenti, oltre al padrone di casa, il presidente della Regione Raffaele Lombardo, anche il presidente del governo delle isole Baleari, Francesc Antich i Oliver, e quello dell'Agenzia di sviluppo del distretto di Larnaca, a Cipro, Spyros Elenodorou. I tre lanceranno il GECT Archimed, progetto che unisce in un accordo di cooperazione transfrontaliera tutte le isole del Mediterraneo. Nella seconda giornata è previsto anche l'intervento del ministro delle Politiche comunitarie, Andrea Ronchi, e del segretario generale dell'Unione per il Mediterraneo, Ahmad Mosa'deh. L'evento sarà anche l'occasione per lanciare il premio intitolato al geografo medievale arabo al-Idrissi, consigliere dei re normanni, che capovolse la rappresentazione grafica delle due sponde del Mediterraneo. Il premio, istituito dalla Fondazione Osservatorio del Mediterraneo e dalla Regione Sicilia, sarà attribuito da una giuria internazionale alle personalità di entrambe le sponde del Mediterraneo che avranno contribuito maggiormente al dialogo interculturale e interreligioso.

domenica 9 maggio 2010

Tre modi di vedere il Sud.


Da circa vent'anni Franco Cassano ha promosso, anche con il suo fortunato libro "Il pensiero meridiano", un forte ripensamento sul Mezzogiorno e sulla sua identità culturale. Grazie a lui si è aperto un dibattito sull'autonomia del pensiero meridionale, e si sono poste le basi teoriche di un nuovo meridionalismo, che parte da parametri altri, valorizzando prima di tutto l'osmosi con il mare, l'"andar lenti" contro il mito moderno dell'"homo currens", la dimensione di frontiera. Cassano prosegue ora la sua riflessione sul Sud mettendo a confronto i vari paradigmi che lo hanno interpretato:quello della dipendenza ovvero dello sfruttamento, della modernizzazione ovvero del ritardo, quello dell'autonomia ovvero del Sud come risorsa critica, osservando l'eclissarsi della questione meridionale da ogni agenda e dibattito pubblico, scalzata dall'emersione di una questione settentrionale. Il libro si interroga su questo passaggio drammatico che deriva proprio dallo scarto tra la ormai dominante "regionalizzazione della ragione" e l'ampiezza di vedute necessaria per conservare l'unità del nostro paese proiettandola nel futuro.

venerdì 7 maggio 2010

Una buona occasione per lo scontro greco-macedone.


Il vice Ministro allo Sviluppo Economico con delega al Commercio Estero, Adolfo Urso è in visita dal 3 maggio nei paesi Balcani. A Pristina, in Kosovo, per l'apertura del Forum Economico Bilaterale organizzato dall'Ambasciata Italiana e dall'Ice. Urso guida una delegazione di 40 imprese insieme al Presidente della Simest, Giancarlo Lanna, a quello della Finest, Michele Degrassi, al Direttore Generale dell'Ice, Massimo Mamberti. Della Delegazione fa parte Luisa Todini, Presidente dell'omonimo gruppo e vice Presidente della Federazione Europea Industria e Costruzioni. Urso ha incontrato il Ministro e Finanze, e quello dell'Industria e Commercio e firmerà una dichiarazione congiunta per Il rafforzamento della partnership economica ed industriale tra i due Paesi. La visita di Urso rientra nel Piano Balcani promosso Dal Ministero dello Sviluppo Economico ed ha l' obiettivo di incrementare gli investimenti nell'area oltre i 10 miliardi di euro l'anno. Il prossimo 18 maggio si svolgera una missione in Macedonia che chiude il cerchio con le visite nei Paesi dell'ex Jugoslavia. Per l'occasione è stato organizzato il “Forum Economico Italia - Macedonia” che si svolgerà a Skopje.
La visita della delegazione si svolge in un momento drammatico per l'intera area e din particolare per la Gracia. Sarebbe auspicabile che non si trascurasse l'occasione per porre l'accento sull'assurdo contrasto tra Atene e Skopje che dura ormai da vent'anni. Il motivo degli screzi, che considerata la durata della contesa appare davvero paradossale, è il nome della ex repubblica jugoslava di Macedonia. La Grecia si oppone all'uso del nome "Macedonia", che considera parte integrante del proprio patrimonio storico. Ancora più assurdo è il fatto che ciò sta ostacolando lo sviluppo dei due paesi e l'integrazione dei Balcani in Europa. È arrivato il momento di trovare un accordo.

mercoledì 5 maggio 2010

Meeting dei giornalisti del Mediterraneo.


Si aprira' giovedi' 6 maggio a Cagliari il 10° Meeting dei giornalisti del Mediterraneo. La cerimonia di apertura si svolgera' alle 19 nella sala consiliare del Municipio del capoluogo sardo. I lavori proseguiranno poi il 7, l'8 e il 9 maggio presso il T Hotel in via del Giudicati.
Al Meeting, promosso dalla International Federation of Journalists, dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana e dall'Associazione della Stampa sarda, parteciperanno i rappresentanti di quasi tutte le organizzazioni dei giornalisti dell'area del Mediterraneo, nonche' di singole personalita' del mondo del giornalismo e della comunicazione, protagoniste dei processi di dialogo tra le culture nazionali del bacino. Per il Governo italiano interverra' Stefania Craxi, Sottosegretario agli Affari Esteri.
L'appuntamento di Cagliari, che ha per titolo ''Sicurezza, diversita', dialogo: costruire la fiducia nel futuro del giornalismo nel Mediterraneo'', si inserisce in una catena di analoghe iniziative che sono state di volta in volta ospitate in diverse citta' dell'Area mediterranea, mantenendo vivo e costante il dialogo fra tante e diverse realta' culturali e del giornalismo, anche attraverso la sigla di Carte deontologiche e documenti sui temi dell'informazione.