Sabino Pignataro

lunedì 26 dicembre 2011

Lina Ben Mhenni.

Docente e blogger di 28 anni, sul suo blog 'Tunisian girl' scrive: "I nuovi governanti della Tunisia hanno tradito la 'rivoluzione dei gelsomini', gli attivisti sono ''pronti a tornare in piazza''. ''Non ho paura nonostante le continue minacce di morte e di stupro''.
''Un anno fa i tunisini sono scesi in piazza per chiedere riforme sociali ed economiche e per la liberta', non per avere un altro governo che ci dica come essere buoni musulmani''. La giovane blogger teme una deriva fondamentalista del partito islamico Ennahda che ha vinto le elezioni in ottobre. ''Si presenta come un partito moderato, ma la realta' e' diversa, basta ascoltare alcune dichiarazioni in cui parlano di reintrodurre la poligamia''. ''Si' e' vero, ci sono state le elezioni, ma invece di rispondere alle richieste dei tunisini che hanno sacrificato la loro vita e i loro corpi per la liberta', l'Assemblea costituente discute di problemi inesistenti, come l'identita' o il niqab''.
Lo scorso 30 novembre ''un gruppo di salafiti ha sequestrato il Rettore di Lettere chiedendo che le studentesse possano sostenere gli esami indossando il niqab e la separazione delle classi per ragazzi e ragazze''.
Sembra essere tornati ai tempi del presidente Ben Ali: dai social network ''spariscono gli articoli che criticano Ennahda'', mentre sugli altri media, tv e giornali, ''sono tornate le bugie e la manipolazione della realta' e si tessono le lodi del nuovo presidente e del nuovo potere''. ''Ben Ali e' stato cacciato, ma non vuol dire che sia finito il sistema dittatoriale''.
Lina Ben Mhenni ha ricevuto il Premio Roma per la Pace e l'Azione umanitaria dal sindaco Gianni Alemanno. ''Ne sono onorata - commenta lei - e sono felice che i Paesi vicini, come l'Italia, ci aiutino'' anche con queste iniziative.

sabato 24 settembre 2011

La prima TV del Mediterraneo

Il progetto Terramed Plus, presentato ieri alla Commissione europea da un partenariato internazionale di cui la RAI è capofila, ha ottenuto un cofinanziamento dell’Unione Europea nell’ambito del Programma Euromed Audiovisuel III. Il primo lancio fu fatto il 1 marzo 2011, con l’obiettivo di svilupparsi in 30 mesi; le attività previste dal progetto coinvolgono sette partner radiotelevisivi del Nord e del Sud della regione euro-mediterranea: la RAI, affiancata dalla COPEAM (Conférence Permanente de l’Audiovisuel Méditerranéen) nel coordinamento internazionale dell’azione, ARTE France, la televisione pubblica algerina EPTV, France Télévisions, la spagnola RTVE, la televisione pubblica marocchina SNRT e TéléLiban come partner associato. Skylogic/Eutelsat è il partner tecnologico del progetto. Terramed Plus sarà in grado di proporre una vetrina promozionale settimanale via satellite dei programmi trasmessi dalle TV partner per narrare, parlare e mostrare il Mediterraneo attraverso una sorta di palinsesto-mosaico condiviso. Il progetto prevede il lancio sul canale satellitare e la creazione di una piattaforma web concepita per accogliere un catalogo video-on-demand, attraverso il quale 115 ore di prodotti realizzati dalle televisioni partecipanti (fiction, documentari, cartoni animati, film e cortometraggi) saranno fruibili in streaming gratuitamente e in versione sottotitolata.

mercoledì 31 agosto 2011

Oriente Occidente

Leggi il post ed ascolta buona musica: Roger Waters Amused to death (clicca qui ed apri altra scheda)
È il Mediterraneo il tema conduttore della prossima edizione, la trentunesima, del Festival Oriente Occidente. A Rovereto e Trento, dall'1 all'11 settembre, si alterneranno le migliori compagnie provenienti da tutti i Paesi che si affacciano sul mare nostrum: dalla Spagna alla Turchia, passando per Francia, Italia, Grecia, Medioriente, Nord Africa.
Oriente Occidente, da sempre punto di riferimento per la più significativa danza internazionale, guarda questa volta a sud, a quello che per secoli è stato un mondo perfettamente autosufficiente in cui civiltà, imperi, culture, saperi, religioni si sono incontrate, rapportate e scontrate.
Oggi nel Mediterraneo il confronto fra Oriente e Occidente è sempre più animato: le guerre del Golfo, le ostilità in terra di Palestina tra israeliani e palestinesi, quelle greco-turche attorno a Cipro, i fenomeni migratori, le sollevazioni delle popolazioni del Nord Africa sono fatti che continuano a occupare la cronaca.
Malgrado tutto ciò, l'arte è più viva che mai. Si anima in questi scenari, ma diventa linguaggio universale quasi a superare le contingenze storiche.
Lo dimostrano i coreografi ospiti del Festival, che porteranno a Rovereto tutte prime nazionali: dalla spagnola Mercedes Ruiz col suo travolgente e sensuale flamenco, al grande serbo, da anni attivo in Francia, Josef Nadj, all'egiziano Walid Aouni che, dopo gli studi in Occidente, torna nella sua terra e ne testimonia la condizione femminile. E ancora, l'israeliano Ohad Naharin, il turco Ziya Azazi, il bailador flamenco Augustin Barajas della Tangeri Café Orchestra, il greco Andonis Foniadakis, fino al franco-algerino Abou Lagraa.
Sarà poi la taranta salentina, incrocio e mélange di danze del Mediterraneo, ad animare le due serate "italiane". Al Teatro Sociale di Trento, Maristella Martella sarà protagonista col suo Taràn, spettacolo di danza e musica.L'altro appuntamento, che si preannuncia particolarmente coinvolgente e spettacolare, vedrà protagonisti, nel centro di Rovereto, la vocalità salentina di Enza Pagliara con le note popolari del Canzoniere Grecanico Salentino diretto da Mauro Durante.
Completeranno il programma le coproduzioni del Festival per i due italiani vincitori del concorso coreografico Danz'è della passata edizione: Gabriel Beddoes e Francesca Manfrini.
Il Festival indagherà il Mediterraneo, oggi più che mai "mare dei mari" come lo definì il grande storico francese Fernand Braudel, anche attraverso la sezione Linguaggi con il contributo di studiosi internazionali.
Per rintracciare rotte di pace e di convivenza tra popoli e culture.

venerdì 19 agosto 2011

Nel Mediterraneo transitano merci e petrolio a livelli pre-crisi

Leggendo il post ascolta buona musica: Lauzi Onda su onda (clicca qui ed apri in altra scheda)
I traffici nel Mediterraneo tornano ai livelli pre-crisi: a luglio l’Authority egiziana del canale di Suez ha annunciato che i pedaggi ammontano a 450 milioni di dollari grazie al passaggio di 1.476 navi per 78.827.000 tonnellate di merce. Nel Mediterraneo transitano merci e petrolio. Attraversano ogni giorno il canale, o passano attraverso l’oleodotto che scorre a fianco, 4 milioni di barili di petrolio al giorno, pari a circa il 4,5% della produzione mondiale. A questi si devono sommare i 2,9 milioni di barili che ogni giorno attraversano il Canale del Bosforo. La Turchia lavora alla creazione di un grande canale artificiale: il Bosforo 2. Una via d’acqua lunga tra i 45 e i 50 chilometri, larga 150 metri e profonda 25, che tramite il Mar di Marmara collegherà il Mar Nero all’Egeo. Il nuovo canale sarebbe un modo per evitare il trattato di Montreux del 1936 che impone il libero passaggio attraverso il Bosforo.
A trainare la ripresa dei traffici delle merci attraverso il Canale di Suez sono soprattutto le esportazioni verso Mar Rosso, Arabia Saudita, Paesi del Golfo, Est Africa, oltre a ovviamente il Far East. Paesi dove la crisi ha pesato meno che in Europa e in America.

domenica 7 agosto 2011

La scomparsa di Ludovico Corrao.

Che le arti visive, la poesia, l’arte, il teatro…”possano continuare a vedere a Gibellina il punto di riferimento di un rinnovamento più alto possibile. Auguro a tutti voi di affrontare una sfida, ché la sfida col passato è sfida col presente: la sfida di un’unione dei popoli mediterranei, la sfida di un ponte tra l’Europa e il mare, tra gli uomini delle foreste e gli uomini del mare. E’ il nuovo progetto politico che può dare alla Sicilia la sua forma di rinnovamento, come era sua tradizione. La Sicilia è tutto, è il passato ed il presente”. Oggi, scomparso all’età di 84 anni, resta di lui il ricordo vivo di un protagonista della vita politica e un riferimento culturale indissolubile per l’intera Sicilia e lo sviluppo di relazioni di pace nell’area del Mediterraneo. “Un uomo giusto, anima candida e gentile che ha dedicato tutta la sua vita alla Sicilia e alla sua cultura”, le parole con cui più spesso viene ricordato in questi momenti. Ludovico Corrao fu eletto sindaco di Gibellina, nella Valle del Belice, e si prodigò, nel dopo terremoto del gennaio 1968, per adunare una molteplicità d’artisti, da Pietro Consagra ad Alberto Burri, che riempirono la nuova Gibellina ricostruita di opere di arte contemporanea. Con la Fondazione Orestiadi aveva voluto proseguire il suo «sogno» di rinascita culturale e civile.

domenica 12 giugno 2011

Khaled Hadadah: "Gli USA vogliono una nuova Sykes-Pycot"

«Le rivolte nei paesi arabi sono la certificazione della morte clinica dei regimi che li governano. E dove questo non accade è solo perché non ci sono alternative». Ad affermarlo è il segretario del Partito dei comunisti libanesi, Khaled Hadadah nel parlare di quanto avviene nell’area orientale del Mediterraneo. Per Hadadah, gli Usa lavoravano da tempo ad una nuova divisione del “Grande Medioriente”, «una nuova Sykes –Pycot, con l’obiettivo di frantumare gli stati nazionali. Hanno iniziato con l’Iraq, il Sudan, poi con la Libia… la Siria, e così via. Obama ha solo implementato questa strategia messa a punto negli anni del primo mandato Bush». Per il segretario del Pc libanese «né Obama, né gli Usa, né la Nato sono riusciti a capire la potenzialità presente nelle masse arabe. Per questa ragione Egitto e Tunisia hanno sorpreso i Paesi occidentali». Dopo l’esplosione delle proteste gli Usa hanno compreso che serviva una immediata controffensiva che ha preso corpo attraverso prima «un compromesso storico fra forze liberali e l’islam moderato come i Fratelli Musulmani». Questo sta accadendo in Tunisia e in Egitto. La fine di Bin Laden va in questa direzione. Poi, intensificando il ruolo “normalizzatore” dell’Arabia Saudita, come ad esempio in Barhein. E infine attraverso un vero e proprio accerchiamento e attacco militare, vedi la Siria e la Libia. Questa strategia è aiutata dalla natura stessa dei regimi, che in questi decenni hanno intensificato la repressione interna. In Siria la situazione è diversa. Infine il Libano: il Paese dei cedri «è l’anello debole di tutta la regione. Siamo senza un governo da mesi, il Parlamento non riesce a riunirsi, e tutto questo accade nell’apparente disinteresse del mio popolo. Questo accade perché da decenni gli accordi dentro il Libano sono frutto di accordi fra le potenze dell’area: Arabia Saudita, Siria, Iran Francia e Usa. Oggi l’instabilità generale impedisce questo accordo e noi restiamo appesi ad un filo sottilissimo che può spezzarsi in ogni momento. Ci sono rischi serissimi davanti a noi».

sabato 14 maggio 2011

"Colloquia Mediterranea" a Firenze.


Oltre 200 iscritti fra cui più di 30 ambasciatori presso l’Italia e la Santa Sede nonché 77 borsisti (età media 26 anni) provenienti da 26 Paesi, soprattutto appartenenti alle sponde del Mediterraneo: sono a Firenze da questa domenica, 15 maggio, per una tre giorni (“Il Mediterraneo e le città”) organizzata dalla Fondazione Giovanni Paolo II, onlus presieduta dal vescovo emerito di Fiesole Luciano Giovannetti. Esplicito, anche nel sottotitolo (“Colloquia Mediterranea”), il richiamo a una eredità impegnativa: i Colloqui Euromediterranei voluti a Firenze dal sindaco Giorgio La Pira. L’appuntamento, sostenuto dal contributo e dal patrocinio di Regione Toscana nonché da Ente Cassa di Risparmio di Firenze, si apre nel Salone Brunelleschi dell’Istituto degli Innocenti alle ore 16 di domenica 15 maggio 2011 per proseguire, mattina e pomeriggio, sia lunedì 16 che martedì 17. Il programma prevede, nella sessione inaugurale, interventi istituzionali: il sindaco Matteo Renzi, l’arcivescovo Giuseppe Betori, il presidente di Regione Toscana Enrico Rossi, il prefetto di Firenze Paolo Padoin, il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, la presidente Istituto degli Innocenti Alessandra Maggi, il vescovo Luciano Giovannetti.
Subito dopo, dalle ore 17 di domenica, la prima sessione (“Il mare del dialogo”); le successive si svolgono lunedì 16 maggio: di mattina (“Le città del Mediterraneo”) e di pomeriggio (“Culture e religioni nel Mediterraneo”). L’iniziativa prosegue, sempre agli Innocenti, la mattina di martedì 17 con la sessione dedicata alle migrazioni (“Il mare dell’accoglienza”) per concludersi – in sala Luca Giordano di Palazzo Medici-Riccardi, sede de lla Provincia di Firenze – con la sessione sul “Futuro del Mediterraneo”. Il programma, con l’elenco dettagliato dei 60 relatori, è consultabile sul sito www.fondazionegiovannipaolo.org
Fra i relatori il vicepresidente del Senato Vannino Chiti, la scrittrice libanese Hoda Barakat, il sindaco di Sarajevo Alua Behmen, il direttore di “Limes” Lucio Caracciolo, il direttore del “Centro per il dialogo” islamo-cristiano Mustafa Cenap Aydin, il rabbino capo della comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni, il francescano Ibrahim Faltas della Custodia di Terra Santa, i professori Franco Cardini e Khaled Fouad Allam, il Rettore dell’Università araba di Gerusalemme Sari Nusseibeh, il Segretario emerito del Pontificio Consiglio Migrantes il vescovo Agostino Marchetto, il presidente di Rondine Cittadell a della Pace Franco Vaccari, gli eurodeputati Lapo Pistelli e David Sassoli, il presidente UCOI Izzedin Elzir.
Fra gli ambasciatori presenti quelli di Marocco, Iraq, Armenia, Albania, Serbia, Montenegro, Ucraina, Lega degli Stati Arabi. Partecipano il vescovo di Baghdad e l'ausiliare di Gerusalemme.

domenica 1 maggio 2011

Moda Movie 2011.


Il mare, le migrazioni, i campi, le tradizioni e il folclore. Sono sette i cortometraggi che approdano alla fase finale del concorso cinematografico del progetto Moda Movie il cui programma verra' presentato a Roma il 9 maggio. ''Il Mediterraneo osservato attraverso una telecamera - e' scritto in una nota - e' un libro aperto, ha migliaia di sfumature, che catturate dall'occhio attento di giovani videomaker diventano finestre aperte su un mare che unisce popoli e culture e da luogo fisico diventa simbolo di un'identità.La quindicesima edizione di Moda Movie è dedicata al Mediterraneo, pertanto il concorso per giovani registi prevede la realizzazione di un cortometraggio ispirato ai molteplici temi suggeriti dal “nostro” mare. Il concorso è organizzato in collaborazione con il Corso di Laurea Magistrale in Linguaggi dello Spettacolo, del Cinema e dei Media dell’Università della Calabria
Bando di concorso e scheda di partecipazione sono reperibili sul sito http://www.modamovie.it

domenica 10 aprile 2011

Nasce l'Associazione giornalisti del Mediterraneo.


L'Associazione ha lo scopo di creare la sinergia giusta tra le tante risorse legate al mondo del giornalismo che possono aiutare lo scambio di informazioni in un'area nella quale c'e' sempre piu' urgenza e necessita' di portare alla luce gli accadimenti di quei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. "Vogliamo contribuire - spiega il presidente ed ideatore dell'associazione, Dundar Kesapli - allo sviluppo di una libera societa' dell'informazione al fine di creare una sinergia tra le diverse culture e religioni presenti in un'area geopolitica all'attenzione del mondo". L'AgM ha sede a Roma e nasce anche grazie alla disponibilita' di Gianfranco Tobia, avvocato e giornalista vicepresidente dell'Associazione stampa sportiva del Lazio, e di Giuseppe Cioeta, giornalista e coordinatore della sala stampa di Palazzo Chigi.

martedì 22 marzo 2011

Riflessioni di Predrag Matvejevic.


foto di Edoardo Baraldi
In un momento difficile come quello che stiamo vivendo, tra il mare di parole di pseudo esperti che quotidianamente analizzano gli avvenimenti di questi giorni, poco spazio viene riservato a chi con serietà e sulla propria pelle ha dedicato una vita a riflettere e discutere sulle sorti di questo pezzo di mondo che è il Mediterraneo. Uno di questi è certamente Predrag Matvejevic. Lo scrittore croato che ha tante volte scritto del “Mare Nostrum”, oggi segue con passione le rivoluzioni che ridisegneranno i futuri quilibri. Egli paragona la situazione attuale a quella che vide il disfacimento dell'Unione Sovietica, con la differenza che purtroppo oggi non abbiamo visto in Maghreb un Gorbacev salire sulla scena politica, né una "Primavera di Praga" con un "dissidente" come Václav Havel, né un Lech Wálesa tra i cantieri navali di Danzica o un Karol Wojtyla per i fedeli. Dice di seguire con simpatia i giovani magrebini, però teme che possa presto venire il momento in cui le utopie e i messianismi trovano il loro unico posto tra gli accessori di un percorso incompiuto, irrecuperabile o almeno in parte inutile. Nell’Est europeo le transizioni sono state lunghe, piene di fallimenti e spesso hanno partorito “democrature”. L’islamismo potrebbe affermarsi in Paesi che non hanno vissuto una laicità storica. Lo srittore ribadisce ancora una volta la necessità di integrara la Turchia tra i paesi europei. Il grave errore è stato quello di costruire un’Europa separata dalla “culla dell’Europa”, cioè il Mediterraneo. Una delle preoccupazioni maggiori dei governi europei sono le possibili migrazioni di dimensioni bibliche dal Maghreb. Matvejevic ricorda una frase del poeta Borges: “L’Argentina? Che Belpaese italiano di lingua spagnola”».

domenica 20 marzo 2011

“Averroè Maghreb”.


Oltre un centinaio di giornalisti, esperti del mondo accademico e responsabili di organizzazioni non governative, si sono riuniti nella capitale tunisina per discutere sulla relazione della Fondazione Anna Lindh a seguito di uno studio sulle tendenze interculturali dei movimenti sociali per il cambiamento che si svolgono nella regione mediterranea, nonché sulle nuove prospettive per la cooperazione transnazionale.
Il convegno nazionale dal titolo “Averroè Maghreb” è stato organizzato in collaborazione con il Ministero tunisino della Cultura. Per l’occasione, è stato presentato anche un sondaggio sulle relazioni interculturali a cui hanno partecipato 13.000 cittadini europei e della regione meridionale del Mediterraneo. I risultati presentati hanno sottolineato la convergenza di tendenze sociali e le differenze culturali tra le società del Nord e del Sud del Mediterraneo e l’importanza del fattore religioso, al centro del dibattito sulle relazioni euromediterranee.
Mentre la trasmissione della fede religiosa è un valore prioritario per il 62% degli intervistati su entrambi i lati del Mediterraneo, solo il 27% associa la regione mediterranea e i movimenti di resistenza ai motivi di cambiamento. Visto da questa prospettiva, il futuro delle relazioni euromediterranee resta ancorato ad una solida base di valori comuni e interessi condivisi. A margine del convegno, Seifallah Tarchoun, responsabile delle organizzazioni internazionali presso il Ministero della Cultura tunisino, ha detto che la Tunisia sta entrando in una nuova era che si apre con un nuovo processo democratico, lanciato insieme a una pluralità di idee e prospettive per il futuro del paese maghrebino.
Nuove opportunità ma anche nuove sfide per il dialogo con la società civile delle due sponde del Mediterraneo e la relazione della Anna Lindh Foundation dà una tabella di marcia per dialogo.
La relazione presenta un’analisi di oltre 30 esperti su questioni euromediterranee nel pieno delle trasformazioni sociali che si svolgono nei Paesi arabi, comprese le tendenze demografiche, la partecipazione dei giovani, i nuovi media e il cambiamento dei valori sociali e le questioni culturali.
In conclusione, la relazione della Fondazione ha presentato un’area mediterranea in continua evoluzione, non solo nella parte sud, ma anche in quella nord, chiamata ad adeguare il suo atteggiamento politico, sociale e culturale in rapporto a questi veloci cambiamenti.
di Giuseppe Favilla

SI RICOMINCIA!


Per chi, come me, ha scritto tanto sul Mediterraneo, sulle speranze di questa parte di mondo tanto trascurata dall'Europa, questi sono giorni così tristi che mi hanno bloccato per due mesi. Non avevo più voglia di bloggare. Il tempo mi è servito per riflettere e convincermi che tutto ciò era inevitabile. Solo così si potrà girare pagina e tutte le speranze, le potenzialità, i progetti sul Mediterraneo inizieranno a prendere forma e finalmente realizzarsi. I nostri sogni sul Mediterraneo devono essere come l'albero in foto, piegarsi ma non spezzarsi. Pertanto: SI RICOMINCIA!

sabato 22 gennaio 2011

Il noir mediterraneo sinonimo di lotta e resistenza.


I romanzi appartenenti al genere noir mediterraneo hanno principalmente due livelli di lettura: un primo livello è quello classico, quello con cui si affronterebbe qualsiasi altro romanzo d’evasione; il secondo livello scava più a fondo nel nucleo della storia, nell’inchiesta e nella denuncia che quella storia vuole raccontare. La denuncia che ovviamente si accompagna ad una chiara e fredda disamina della società contemporanea nei suoi profili storico-politici ed economici-criminali, caratteristiche già insite di per sé nel genere noir, che lo rendono una perfetta chiave di lettura della realtà. Denunciare. Sensibilizzare il lettore. Portarlo a pensare. Il creatore di questo genere è senza dubbio lo scrittore francese Jean-Claude Izzo, autore della celeberrima trilogia marsigliese dell’ex flic Fabio Montale. Probabilmente la poetica e le intuizioni di Jean- Claude Izzo sono state fortemente ispirate da un altro noirista francese, di una generazione precedente, che ha indagato ed eviscerato senza alcuna pietà la realtà nei suoi più di duecento romanzi: André Héléna. Massimo Carlotto ha senza dubbio portato avanti le lezioni di Izzo, arricchendo il genere e adattandolo ai continui cambiamenti socio-criminali dell’Italia scomoda che continua a raccontare da quasi ormai venti romanzi. Il noir mediterraneo diventa così uno strumento di lotta e resistenza contro l’industria della falsità, e deve perciò essere totalmente coerente con la sua poetica. La speranza però esiste, e risiede proprio nella filosofia stessa del noir mediterraneo, infatti il fine del noir mediterraneo è la condivisione della verità e di un moto di critica verso le ingiustizie e le incoerenze della nostra società. Così scrivere sarà sinonimo di lottare. E leggere di resistere.

giovedì 6 gennaio 2011

Uno sguardo al futuro.


Il 2010 doveva essre l'anno in cui si sarebbe attuata nel Mediterraneo una zona di libero scambio. Ciò non è avvenuto. Attualmente la situazione è bloccata. Una delle cause è il conflitto israelo-palestinese; causa che si aggiunge ai problemi interni dei paesi della sponda sud e che consistono tra l’altro in una classe dirigente al potere da molti anni e nel suo ricambio non facile, per il quale si usano elezioni alquanto guidate in una democrazia altrettanto guidata e dove capita che i partiti esistenti siano finanziati da quelli principali. In questa situazione ci si domanda cosa avverrà in futuro. All'interno dei paesi del Magreb vi sono forti squilibri, primo fra tutti quelo economico-sociale che inevitabilmente cerca la soluzione attraverso la migrazione. L'Europa, la più coinvolta, ha affrontato il problema prevalentemente dal punto di vista della sicurezza; invece di inquadrare il problema migratorio in una visione di politica estera di co-sviluppo, oltre che di partenariato, e con creazione di posti di lavoro in loco. La caduta del muro di Berlino ha convinto l'Europa a spostare il suo interesse verso i paesi dell'est pittosto che verso quella zona del Mediterraneo che invece ha interessanti prospettive: i trasporti delle merci da est ad ovest del pianeta, la politica energetica, senza parlare delle grandi riserve di petrolio presenti in Libia ed Algeria. Dovremmo approfittare di questo momento perché dopo anni di appalti a ditte cinesi e successiva delusione per la loro scarsa qualità l’Algeria sta tornando da noi. Nel Magreb l’Algeria offre molta possibilità di lavoro; dopo la Libia, che ha disponibilità enormi, essa è il mercato più grande, mentre chi cerca partenariato e creazione di imprese miste è il Marocco dove il mercato non è grande ma che ha buone infrastrutture e mano d’opera, anche quella non esecutiva, a basso costo. Tunisia e Marocco non avendo petrolio hanno dovuto sviluppare una capacità di trasformazione dei prodotti ed hanno quindi una realtà economica adatta allo sbocco di piccole e medie imprese. Altro futuro della sponda sud del Mediterraneo è il turismo, in particolare nel Marocco. Il futuro è ricco di opportunità, ma anche di tanti punti interrogativi.