Sabino Pignataro

lunedì 27 luglio 2009

Nicola Zitara: il meridionalismo ed il suo profeta.

Tema centrale del discorso, che egli porta avanti nella sua attività, è il concetto che l'unità d'Italia sia stata sostanzialmente un danno, se non la causa principale dei mali che affliggono il meridione, devastando un regno, quello delle Due Sicilie, nel periodo preunitario florido e avviato verso un equilibrato decollo economico-sociale. È attivamente impegnato in un'opera di divulgazione storico-politica tendente a contrastare la storiografia ufficiale, che egli considera capziosamente squilibrata in favore delle classi dominanti e dell'area geopolitica settentrionale.
Scrive di lui Bruno Cutrì nel libro Potere da spartire. Meridionalismo ascaro:
« Leggere gli scritti di Nicola Zitara è come vedere l’altra faccia della Luna. Dalla Terra non si vede, ma c’è ed è diversa da quella usuale. E per vederla bisogna fare uno sforzo titanico, pari a quello compiuto dalla NASA. Soprattutto bisogna eludere la congiura del silenzio che avvolge i suoi scritti ed i suoi pensieri guida.
Io l’ho fatto; avvalendomi dei miei mezzi di produzione tecnologici, ho impegnato la passione intellettuale per ritornare alle origini mediterranee e per ricostruire, in memoria elettronica, quella parte di realtà storica e culturale svanita nel rumore dei tromboni ufficiali.Nicola Zitara mi ha guidato nei meandri della nazione meridionale, a cavallo della cosiddetta Unità d’Italia, ed ho scoperto l’altra faccia della Luna. »

domenica 26 luglio 2009

La Sede per il Segretariato Economico per l’Unione per il Mediterraneo (UpM) non sarà in Mediterraneo!

tratto da http://www.duesicilie.org/
Delirante scelta di Berlusconi che propone Milano come sede per il Segretariato Economico per l’Unione per il Mediterraneo (UpM). Evidentemente il Sud è considerato già come "altro" (cioè non Italia) se no la logica scelta sarebbe stata una città meridionale come Palermo, Napoli o Bari, effettivi punti di incontro tra Nord e Sud, piuttosto che una città decentrata rispetto alle aree mediterranee (anzi al di fuori di esse) che si è sempre considerata mittleuropea e senza alcuna vocazione o storia di mediazione culturale. È evidente che la scelta sottintende la mentalità colonialista dell’Italia verso i Paesi mediterranei e verso le Due Sicilie. Ci si domanda dov’erano i fautori del (nuovo) Partito del Sud al momento della scelta, Poli Bortone, Micciché, Bassolino, ma anche Lombardo dell’MPA.
È sempre piú evidente che costoro rappresentano solo sé stessi, nel frattempo il Sud viene espropriato anche dell’essere terra mediterranea...

sabato 25 luglio 2009

Berlusconi resuscita il Ministero dell’Ambiente.

http://net.essenzialeonline.it/
C’è voluto che la Prestigiacomo facesse la voce grossa, ma alla fine vissero felici e contenti.
Almeno per un po’.
L’allarmante smantellamento delle funzioni del Ministero dell’Ambiente in tema di energia è stato, per il momento, messo da parte.
Ieri sera si è votato il Dl anticrisi che, come noto, conteneva un micidiale Art.4 che, se fosse passato, avrebbe dato al Presidente del Consiglio la possibilità di nominare un commissario speciale di fiducia per gestire i procedimenti, attuali e futuri, di autorizzazione per le infrastrutture energetiche e gli impianti produttivi.
La cosa era troppo grave per passare inosservata…
Tanto che il Presidente della Camera Fini ha preferito, saggiamente, dilatare i tempi di discussione della questione stralciando il famigerato articolo.
Per la cronaca il resto del maxiemendamento, causa/gratia fiducia imposta dal Governo, è stato approvato.
Le paure della ministra erano diminuite già l’altro ieri, 23 luglio, quando la Prestigiacomo aveva affermato, a mezzo comunicato stampa, “ho avuto la parola del Presidente Berlusconi che l’art. 4 del decreto anticrisi sarà modificato nel corso dell’esame del provvedimento al Senato“.
Le è andata bene, il giorno dopo, già alla Camera.
A parte la cronaca parlamentare, interessante fino a un certo punto, c’è tutta la succosa polemica politica da raccontare.
Dopo lo sdegnato allarme lanciato dalla Prestigiacomo, infatti, tra le altre è arrivata anche la risposta stizzita del ministro leghista per la Semplificazione Calderoli.
A parte il fatto che un ministro per la Semplificazione a Roma è utile tanto quanto un assessore al Nulla o alla Beatitudine a Salemi, mi chiedo (e se lo è chiesto anche la Prestigiacomo) quali siano le competenze specifiche di tale Ministero in tema di energia.
Mi risulta nessuna…
Come al solito, cominciamo a pensare male che qualche risposta comincia a uscire.
A spalleggiare la Prestigiacomo ci ha pensato Gianfranco Miccichè, sottosegretario con delega al Cipe, che ha detto apertamente che “l’atteggiamento di Calderoli è la conferma di quello che diciamo da tempo e quindi uno stimolo ad accelerare il processo del partito del Sud“.
Tiriamo le somme: un Presidente del Consiglio che prima tenta di far passare un articolo che gli permetterebbe in assoluta solitudine di dare l’ok a centrali elettriche, gasdotti, termovalorizzatori e chi più ne ha più ne metta, e poi promette di rimangiarselo.
Una ministra dell’Ambiente siciliana che, per quanto molto disponibile a rilasciare autorizzazioni agli impianti, è vittima di un trappolone da parte dei suoi colleghi.
Un ministro leghista che conferma l’ultimo orientamento della Lega in fatto di energia.
Un cavaliere solitario, di nuovo siciliano, che minaccia il Governo di non rinnovare la fiducia alla prossima occasione (probabilmente già al Senato, con questo clima, servirà di nuovo porre di nuovo la fiducia sul Dl Anticrisi…) e alza la voce gridando al Partito del Sud.
In mezzo, una serie notevole di impianti di produzione e distribuzione dell’energia che, se approvati tutti, potrebbero cambiare il volto e la storia del nostro paese. E nessuno ancora sa se in bene o in male.
Di sicuro, per ora, c’è che gli interessi politici nel settore energia si stanno raggrumando e si stanno creando dei poli sempre meglio definiti.
Questo spinosissimo intreccio di interessi, infine, è tenuto in equilibrio da Berlusconi. L’amico di Putin.
Capirà bene, quindi, la Prestigiacomo che se ha vinto la battaglia è bene che prepari in fretta la guerra…

Il grande sponsor politico di Edipower è la Lega Nord.

tratto da http://net.essenzialeonline.it

Sei deputati della Lega Nord hanno “scoperto” che esiste un posto chiamato San Filippo del Mela e che in tale posto c’è una centrale che ha qualche problema a ottenere il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale…
I deputati leghisti, però, si sono informati proprio bene, e hanno scoperto che la centrale è grossa, produce un sacco di elettricità e che se si blocca sono guai per il sistema elettrico siciliano e nazionale.
O almeno così affermano, in una dettagliatissima interrogazione al ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola.
Interrogazione, tra l’altro, molto recente: presentata il 6 luglio.
Stanno proprio sulla notizia, questi leghisti. Devono avere buone scuole di giornalismo su al nord…
Visto che sono così ben informati, quindi, sapranno benissimo che se si blocca l’Edipower di San Filippo del Mela al sistema elettrico nazionale non succede nulla, perchè Sicilia e Italia sono collegate da un misero cavo da 600 Mw, molto meno della potenza della centrale messinese che produce, di fatto, più per i siculi che per il continente.
E, infatti, se si blocca l’Edipower son guai per i siciliani e per la rete siciliana, non certo per quella nazionale.
Ma, allora, che se ne importa il leghista medio del sistema elettrico siciliano?
Dall’interrogazione, effettivamente, visto che non si cita minimamente la questione ambientale nè quella occupazionale derivante da una possibile chiusura dell’impianto, emerge più che altro una preoccupazione per l’azienda, non per i siciliani.
Ma, allora, che se ne importa il leghista medio (sempre lui) delle ricadute economiche di Edipower?
E qui gliene frega, e come!
Perchè Edipower è molto, molto padana.
Per la precisione Edipower è posseduta al 50% da Edison, al 20% da A2A, al 20% da Alpiq e al 10% da Iride.
Edison, a sua volta, è per il 62% di Transalpina di Energia Srl.
Transalpina, poi, è controllata al 50% dalla francese Edf e al 50% da Delmi Spa.
Delmi, invece, è per il 51% di A2A, per il 15% di Enia, per il 10% di Sel e il restante 14% è diviso tra Mediobanca, Cassa di risparmio di Torino, Banca popolare di Milano.
Tornando indietro un attimo, Alpiq è una società svizzera controllata al 25% da Edf mentre Iride è il frutto della fusione della municipalizzata dell’energia di Torino (AEM TORINO) con la municipalizzata del gas di Genova (AMGA Genova).
Enia è la municipalizzata di Parma mentre Sel è la municipalizzata altoatesina.
A2A, infine, nasce dalla fusione tra AEM Milano e ASM Brescia, entrambe municipalizzate dell’energia e del gas dei due comuni.
Con tutti questi intrecci di società (ex?) municipalizzate del nord, l’interessamento della Lega Nord a Edipower non è affatto strano…
Anche perchè, sebbene siano tutte ex municipalizzate, i Consigli Comunali dettano ancora legge nell’azienda. Per statuto.
Se siete ancora vivi dopo tutti questi numeri, allora potete tranquillamente sopravvivere anche alle emissioni della centrale Edipower di San Filippo del Mela.
Quindi non rompete le scatole e lasciate alla Lega quel che è della Lega: il controllo di una delle centrali elettriche più importanti della Sicilia.

lunedì 20 luglio 2009

Mediterraneo: Berlusconi "Si deve fare di più"

"L'Italia e' il primo partner commerciale di questi paesi, con un quarto del totale del commercio tra la sponda sud e la sponda nord del Mediterraneo. Dobbiamo porci un traguardo piu' ambizioso: vogliamo passare a un terzo del totale''. Secondo il premier: "Con il protocollo di Barcellona si e' fatto pochissimo. L'Unione per il Mediterraneo deve essere qualcosa di molto, molto concreto perche' interessa a tutti noi''. Tra le priorita' occorre ''dare impulso ai negoziati per creare un'area di libero scambio commerciale tra i paesi della sponda sud e i paesi della sponda nord del Mediterraneo. Non puo' esserci sviluppo del Mediterraneo senza un'area di libero scambio''. Bisogna poi, secondo il premier, continuare con gli aiuti economici, come i 20 miliardi di dollari che saranno destinati al continente africano sulla base delle decisioni assunte al G8 de L'Aquila. ''Non bisogna pero' - ha ammonito il premier - consegnare questi fondi ai governi, ma usarli direttamente per realizzare cose concrete e far si' che questi paesi possano diventare vere democrazie. E' un nostro dovere aiutare questi paesi a raggiungere livelli di ricchezza e di benessere simili a quelli occidentali, ed e' un nostro interesse farlo anche per evitare pressioni migratorie''. Per tutti questi motivi, il premier si e' detto convinto della necessita' di ''dare a Milano la segreteria economica dell'Upm''. Sarà una sorta di "Davos per il Mediterraneo" e favorirà il rilancio dell'Unione Med (Upm) dopo lo stallo politico degli ultimi mesi. Con queste premesse si è aperto oggi e prosegue martedì a Milano il primo Forum economico e finanziario per il Mediterraneo, promosso dal ministero degli Esteri, dalla Regione Lombardia e dalla Camera di Commercio di Milano, pronto anche a candidare la capitale lombarda a sede della nuova Agenzia euro-mediterranea. "Vogliamo che Milano diventi un 'hub' - ha detto oggi il sottosegretario agli Esteri, Stefania Craxi presentando l'iniziativa ai giornalisti - un centro di coordinamento per tutte le agenzie che si occupano di piccole e medie imprese nel Mediterraneo. Un progetto di 'network' per attivare aiuti e finanziamento alle Pmi in cui l'Italia sta lavorando a stretto contatto con la Spagna e a cui stanno gia' mostrando interesse paesi come Tunisia, Algeria e Marocco. "Speriamo - ha detto la Craxi - che sul fronte del modello di Pmi l'Italia possa diventare un punto di riferimento anche per gli altri Paesi del Mediterraneo".
Altro progetto che verrà presentato al Forum quello di Inframed, un fondo di investimento a lungo termine per i finanziamenti nel settore delle infrastrutture strategiche nell'area. Un progetto questa volta sviluppato insieme alla Francia che, al 70%, partecipera' con Caisse de Depots affiancando la Cassa depositi e prestiti. Dentro al progetto anche altre istituzioni come l'egiziana Efg-Hermes, la tedesca Kfw e la Caisse des Depots e Gestion marocchina. Pmi, infrastrutture, ma anche energia al Forum di Milano i cui lavori sono stati aperti dal premier Silvio Berlusconi, dal presidente egiziano, Hosni Mubarak, dal ministro dell'Industria francese, Christine Lagarde, e dal vicepresidente svedese, in veste di presidente di turno Ue, Maud Oloffson. Oltre quello delle Pmi e delle infrastrutture il focus sara' anche sull'energia, tema che sara' affrontato con particolare attenzione alle interconnessioni per il mercato e alle rinnovabili. Un incontro "informale" ha specificato la Craxi, che non sara' solo una "parata ministeriale" ma vedra' un nutrito parterre di imprenditori. Per l'Italia saranno presenti l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, il presidente dell'Enel, Piero Gnudi, l'ad di Unicredit, Alessandro Profumo, oltre ai ministri Claudio Scajola, Altiero Mattioli, Giulio Tremonti e Franco Frattini.
"Spero che questo Forum - ha detto la Craxi - possa diventare una Davos del Mediterraneo e possa essere un primo importante passo nel rilancio dell'Unione". Il primo incontro ufficiale dell'Unione Med, fortemente voluta dal presidente francese, Nicolas Sarkozy e lanciata a luglio dello scorso anno al Vertice di Parigi, sara' il prossimo anno, vista la scadenza biennale dell'incontro, e vedra' seduti al tavolo 43 paesi. Nel 2008 l'interscambio tra i 27 paesi Ue e l'area mediterranea (Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Libia, Marocco, Siria, Territori palestinesi, Tunisia e Turchia) ha raggiunto un valore complessivo di 280 miliardi di euro. L'Italia e' l primo partner commerciale tra i Paesi Ue dell'area. con circa 62 miliardi di euro di interscambio nel 2008.
Agli interventi di apertura previsti sono quelli del Presidente egiziano Hosni Mubarak, del ministro dell'Economia francese Christine Lagarde, del vice primo ministro svedese Maud Olofsson (la Svezia è presidente di turno dell'Unione Europea), del vicepresidente della commissione europea Antonio Tajani, del Presidente della Bei Philippe Maystadt.

domenica 19 luglio 2009

La crisi la paga soprattutto il Sud.

Il rapporto SVIMEZ 2009 conferma il dirottamento fino ad oggi di ben 18 miliardi di risorse FAS verso misure anti crisi ed interventi di carattere emergenziale che riguardano quasi esclusivamente il Nord Italia, 122 mila esodi soprattutto di giovani del Sud verso il Nord, con la conseguente perdita di capitale umano, una contrazione dell’occupazione di oltre il 2% nel III trimestre 2009 e la perdita di 14.000 posti di lavoro, accesso al credito bancario sempre più difficile per l’assenza di istituti bancari indipendenti, un’assenza di politica di investimenti in infrastrutture.
Esiste una questione meridionale che è stata ancora più aggravata dalla legge sul federalismo fiscale. Solo falsi e bugiardi possono continuare a sostenere il contrario.
Provvedimenti governativi contro il Mezzogiorno d’Italia che dovrebbero far vergognare chi li ha emanati e suscitare rabbia e non rassegnazione.

sabato 18 luglio 2009

Il Sud: da periferia dell'Europa a centro dell'Euromediterraneo.

In questi anni è cresciuta la distanza tra il Sud dell'Italia e l’Europa. Lo dicono i dati: prodotto interno lordo per abitante, tasso di attività, tasso di disoccupazione. Gravi sono le responsabilità della politica: mancata strategia di avvicinamento all’Europa, inadeguata collocazione nel contesto Mediterraneo, spreco di opportunità e risorse europee (i fondi strutturali dispersi in miriadi di piccoli interventi che non hanno inciso sui fattori di sviluppo). Non meno gravi le responsabilità dei governi di destra e di sinistra che hanno messo in atto una politica di vero e proprio abbandono del Mezzogiorno a cui hanno tolto ingenti risorse che erano state stanziate.
La politica perseguita dall’Unione Europea ci ha penalizzato. L’apertura ai paesi dell’Est europeo ha spostato l’interesse politico ed il baricentro delle iniziative anche finanziarie dell’Unione verso quelle aree, facendo affievolire l’importanza della sponda sud dell’Europa e determinando il progressivo fallimento del processo di Barcellona e della realizzazione di una area di libero scambio nel Mediterraneo a partire dal 2010. E’ fondamentale che il Sud si riconnetta prontamente all’Europa, a cui non si può guardare solo come se fosse una cassa bancomat da cui trarre disponibilità finanziarie o, alternativamente, come un ente lontano che emana regole che ci costringerebbero a radicali e fastidiose riforme. Si deve compiere un salto di qualità per assimilare gli standard europei e per poter davvero cogliere le opportunità che l’Unione Europea mette a disposizione, al fine di valorizzare le importanti risorse di cui la nostra terra dispone.
L'inizio dell'attività parlamentare europea e le elezioni regionali del 2010 possono diventare il momento decisio per rilanciare i temi della politica euromediterranea:
- sviluppo dell’Unione per il Mediterraneo al fine di potenziare le relazioni tra l’Unione Europea e i paesi che si affacciano nell’intero bacino del Mediterraneo sostenendo la creazione di un' Assemblea regionale e locale euro mediterranea;
- sviluppo di programmi sull’ambiente quale il disinquinamento del Mare Mediterraneo, sulle energie rinnovabili, sulla protezione civile, sui trasporti marittimi, sull’agricoltura sana e naturale, sulla istruzione e sulla ricerca, sui beni culturali; creazione od il rafforzamento di organismi quali una Banca Euromediterranea di investimenti, una Agenzia Euromediterranea per le energie rinnovabili, un Ente per lo sviluppo degli scambi commerciali Sud-Sud che valorizzi le imprese e le produzioni dell’area;
- creare un Polo Universitario Mediterraneo con affiancate attività di ricerca nelle tecnologie ambientali, sulle fonti rinnovabili, sulla bioedilizia e sui veicoli ad emissione zero, un' Agenzia Mediterranea per lo sviluppo dell’agricoltura biologica e per la sicurezza alimentare;
- una politica comune centrata sulle opportunità di migrazione legale, sulla lotta alla immigrazione clandestina, sul diritto di asilo, sugli interventi per generare opportunità di sviluppo nei paesi di più forte migrazione;
- valorizzazione delle risorse locali piuttosto che favorire produzioni massificate e senza qualità, privilegiando le produzioni tipiche, rispettose dei cicli agricoli naturali, del mare e dell’ambiente agevolando le filiere che possano portare alla grande utenza europea prodotti sani, della tradizione agroalimentare, rigorosamente certificati ed etichettati, in modo da fornire ai consumatori la più agevole e trasparente tracciabilità, nonchè le produzioni artigianali ad alto valore aggiunto.
L'attuazione di questo programma porterà il Meridione a non essre più visto come la frontiera sud dell’Europa, a svolgere un ruolo di cerniera tra i popoli del Mediterraneo e quelli del Nord Europa ma soprattutto a fermare l'emoragia di giovani che migrano verso quei territori dove la politica europea ha concentarto i suoi sforzi e che oggi raccolgono i frutti dello sviluppo.

domenica 12 luglio 2009

L'Europa e l'equilibrio Mediterraneo

di Boris Biancheri
Presidente ISPI, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, Milano
C'è una certa contraddizione in atto in questo momento nel rapporto euromediterraneo. Il Mediterraneo ha accresciuto la sua importanza strategica: negli ultimi anni, per una serie di fattori quali la lotta al terrorismo, l'incidenza della guerra in Iraq, è diventato ancor più un centro sensibile, un'area di rischio e di potenziali instabilità. Questo fatto comporta, per l'Europa, una nuova riflessione perché proprio contestualmente a questo processo, l'Europa attraversa una fase di allargamento e il peso specifico dell'area continentale europea si accresce sensibilmente. Due Paesi mediterranei di grande importanza politica e culturale come Cipro e Malta entrano nell'Unione Europea; ma se facciamo il conto materiale del peso degli abitanti dell'Unione Europea, vediamo che i nuovi membri dell'Europa centro-orientale assommano a 77 milioni di abitanti e i due nuovi membri mediterranei a un milione di abitanti; che il prodotto interno lordo dei nuovi membri dell'Europa centro-orientale è di circa 440 miliardi di euro e quello dei nuovi membri mediterranei di circa 11 miliardi di euro. Quindi, il peso del continente europeo si accresce. È comunque forte la convinzione che il Mediterraneo rappresenti nel contesto generale e internazionale un'area di particolare importanza e sensibilità. Non basta più mantenere l'area in quella sorta di equilibrio che si è conservato per tanto tempo e che tuttavia è stato insufficiente per segnare dei progressi veramente sensibili; occorre ricostruire un equilibrio e per realizzarlo è necessaria la cooperazione dei Paesi dell'area mediterranea. Inoltre, la dimensione del Mediterraneo è soggetta a nuove definizioni. L'area mediterranea risente dell'influenza di quelle zone di "retroterra mediterraneo": il Golfo, il Mar Nero, lo stesso Caspio che agiscono e interagiscono sugli equilibri del Mediterraneo, ma il cui centro di gravità è altrove. Il Mediterraneo, dunque, si trova non soltanto a confrontarsi con i problemi esistenti al suo interno, ma anche con quelli che provengono dalle aree vicine che ne influenzano la stabilità. Credo quindi sia lecito dire che il Mediterraneo attraversi obiettivamente una fase di difficoltà: spetta in primo luogo all'Europa il compito di ricostruire un equilibrio.

La nuova questione meridionale: questione mediterranea

Il politico Adriana Poli Bortone, l'architetto Aldo Loris Rossi, il filosofo Aldo Masullo. Rispettivamente: una donna di destra, un radicale, un uomo di sinistra. Tre personaggi di pensiero e d'azione per un grande progetto: La Questiome Mediterrranea.
La caduta degli interessi commerciali verso l’Atlantico e la depressione economica che si protrarrà per anni negli Stati Uniti, strategicamente potrebbero riportare in primo piano gli scambi commerciali e culturali nel Mediterraneo. Il Sud d’Italia potrebbe candidarsi a divenire il baricentro naturale per i traffici e gli scambi tra l’Europa continentale ed i paesi che si affacciano sul Mare Nostrum di romana memoria, rettificando gli indirizzi di una politica europea che invece guarda verso altre direzioni ed interessi.
La Questione Meridionale resta, dunque, argomento di attualità, seppur articolato in forme moderne d’analisi che non stravolgono, tuttavia, l’originario tema d’emancipazione e di annullamento del divario tra territori del Sud d’Italia ed … il resto d’Europa.

domenica 5 luglio 2009

Il monitoraggio costiero Mediterraneo

Il CNR-IBIMET Sede di Sassari, il CNR-IBAF Unità staccata di Napoli, Il CeSIA, Accademia dei Georgofili di Firenze, la Fondazione L.E.M. (Livorno Euro-Mediterranea) organizzano il Terzo Simposio “Il Monitoraggio costiero mediterraneo: problematiche e tecniche di misura” che si svolgerà a Livorno nel giugno 2010. Il Simposio si pone l’obiettivo di analizzare le problematiche e tecniche di misura utilizzate per il monitoraggio costiero effettuato sia in ambito fisico- ambientale sia per la tutela del Patrimonio Culturale e del Paesaggio Costiero. Viene posta inoltre l’attenzione sugli aspetti legislativi ed economici della tutela delle coste.
*SESSIONI*
^^^^^^^^^
- EVOLUZIONE DELLA LINEA DI COSTA ED EROSIONE COSTIERA(Parole chiave: Metodi di misura. Tipologia di costa. Remote Sensing (RS). Sistemi Informativi Geografici (GIS). Range delle variazioni.)
- VEGETAZIONE COSTIERA: DINAMICA E PROTEZIONE (Parole chiave: Ecosistemi dunali. Formazioni costiere. Analisi dei fattori d’impatto. Metodologie di mitigazione degli impatti e di ripristino.)
- GESTIONE E TUTELA INTEGRATA DELLE COSTE: PROFILI ECONOMICI E GIURIDICI(Parole chiave: Sviluppo sostenibile. Tutela dell’ambiente costiero. Strumenti giuridici ed economici. Pianificazioni. Sistemi di controllo. Gestione olistica, partecipativa, aperta.)
- ANTROPIZZAZIONE COSTIERA: USO E RECUPERO DEL TERRITORIO(Parole chiave:Architettura e ambiente. L’Uomo e il territorio in cui vive. Manutenzione del territorio. Recupero del territorio per l’Uomo. Recupero del territorio per la Natura.)
- FONDALI, BIOLOGIA MARINA E QUALITÀ DELLE ACQUE(parole chiave: Dinamica ed evoluzione recente dei fondali sottocosta. Morfologia sommersa. Coperture vegetali in morfologie sommerse. Attività biologica e qualità delle acque.)
- PATRIMONIO CULTURALE E PAESAGGIO, COSTIERO E SUBACQUEO(parole chiave: Archeologia subacquea e costiera. Storia del territorio e delle coste. Patrimonio culturale immateriale delle coste e dei fondali. Evoluzione delle coste.)
*DATE E SCADENZE:*
^^^^^^^^^^^^^^^
I sunti, redatti secondo le norme riportate nel sito http://www.ss.ibimet.cnr.it/, devono essere inviati alla Segreteria Scientifica del Simposio per e-mail, simposio@ibimet.cnr.it, entro il 2 ottobre 2009.
simposio@ibimet.cnr.it

Mediterraneo, 'polo forte per la floricoltura mondiale'

Presentato il progetto di cooperazione transnazionale per la floricoltura, promosso e finanziato dall'Unione europea nell'ambito del Programma Operativo MED (Obiettivo 3). Il progetto, denominato Flormed, è nato per valorizzare e promuovere a livello internazionale la produzione floricola ligure e mediterranea e vede la Regione Liguria come capofila a coordinare l'iniziativa.
Il meeting di lancio del progetto si tiene proprio in questi giorni a Sanremo. Alla presentazione di questa mattina a Villa Nobel, aperta al pubblico, l'Assessore all'Agricoltura e Floricoltura della Regione Liguria Giancarlo Cassini ha presentato le linee guida del progetto. Presenti anche i delegati delle altre regioni 'floricole' mediterranee che partecipano all'iniziativa: Julián Bartual Martos della Comunitat Valenciana in Spagna, il presidente di Hyères Hortipole - Mercato dei Fiori di Hyères Michel Gueirard per il Dipartimento del Var in Francia e Christos Likas della Regione Tessaglia, prefettura di Magnesia in Grecia.
L'obiettivo del progetto è lo sviluppo del fiore tipico mediterraneo come strumento di caratterizzazione e competizione nel mercato floricolo globale.Si tratta di favorire lo sviluppo, la valorizzazione e la promozione dell'intera filiera floricola mediterranea, per affrontare la forte concorrenza internazionale dei paesi del Nord Europea e Paesi emergenti extra europei e garantire un migliore livello di competitività, di sviluppo e di crescita per il futuro del settore floricolo del bacino mediterraneo. Per questo fine verranno messe in atto azioni comuni nei campi dell'innovazione, della promozione, della commercializzazione e della governance.
'Si tratta di lavorare insieme - ha dichiarato l'Assessore Cassini - per mantenere e possibilmente migliorare la nostra fetta di mercato, che al giorno d'oggi si attesta intorno al 4% del totale (il 2% se si considera esclusivamente l'area del ponente ligure). Dobbiamo insistere sulle nostre tipicità e proporre al mercato mondiale un prodotto caratteristico, riconoscibile e attrattivo. Si deve partire da piante modello come la calla, la gardenia, il limonium o il papavero e sperimentare nuove tecniche, fino a proporre anche prodotti nuovi usando materiali diversi. Fondamentale sarà anche la messa in rete dei mercati, in particolare quello di Sanremo e di Hyères. Solo così potremo creare un polo mediterraneo che resista alla concorrenza internazionale'.
La commercializzazione, insieme alla promozione e comunicazione, la messa in rete della conoscenza e il sostegno all'innovazione saranno gli assi principali attorno ai quali si svilupperà Flormed: poco più di un milione e ottocento mila euro sono già stati stanziati dall'Unione Europea per un periodo di 36 mesi, con l'obiettivo di fare del mediterraneo un polo forte per la floricoltura mondiale. Coinvolti in Flormed quattro paesi e dieci soggetti: per la Regione Liguria, oltre all'Assessorato all'Agricoltura e Floricoltura, il Distretto Agricolo Florovivaistico del Ponente ligure, l'IRF - Istituto Regionale per la Floricoltura. Previsto anche il coinvolgimento del Mercato dei Fiori di Sanremo, che collaborerà con gli altri mercati, e con Sica Fleurs di Hyères in particolare, per la messa in rete dei servizi di vendita e asta telematica.